PARLIAMO DI GUARIRE L’ITALIA

PRESENTAZIONE DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE DELLE CAMERE

Ieri avevo postato una foto in diretta dalla Camera dei Deputati, dicendo: adesso parliamo di cose serie.

Lo prevedevo e così è stato. Sì, almeno per un pomeriggio non abbiamo sentito le solite tiritere stantie che assomigliano sempre più ai discorsi del calcio che della politica.

Dico subito che questo dibattito una cosa l’ha sancita senza alcun dubbio e all’unanimità: il Parlamento non funziona.

Cioè, stiamo parlando del cuore del paese. Immaginate il vostro corpo, se mentre vi prodigate a farvi belli, a curare unghie, capelli, i raffreddori e quant’altro voi aveste il cuore che non funziona ma ve ne fregate.

Questo succede al nostro paese, ma sembra non interessi nessuno. Nessuno tranne Luigi Marattin che ha presentato questa proposta di legge costituzionale, non oggi ma già da tempo.

La proposta è molto semplice, non è fatta di 100 articoli, dice solo: riuniamo le due camere, come? In modo semplice: sciogliamo la Camera e il Senato e istituiamo una camera sola con 600 membri. (il totale degli attuali)

Cosa hanno detto i presenti? Ha iniziato Francesco Clementi (Ord. Diritto Pubblico La Sapienza), ha spiegato nel dettaglio cosa non funziona al momento, ha esaminato lungamente la situazione, ha approvato dal punto di vista costituzionale la proposta e dichiarato che questa potrebbe essere la soluzione necessaria al problema. Ha aggiunto alla fine: la legge è scritta bene.

Poi è stata la volta di Nazario Pagano, (FI) Pres. Comm. Affari Cost. Camera. Ha parlato a lungo dei problemi, ne ha aggiunti altri, ma comunque ha concluso che la legge sarebbe auspicabile.

Poi ha parlato Dario Parrini (PD) Vice Pres. Comm. Affari Cost. Senato. Devo essere sincero è quello che mi è piaciuto meno, ha fatto il Pd. I problemi ci sono, la legge è auspicabile però, però. Nel suo discorso si è soffermato più sul problema della decretazione d’urgenza che sul tema del dibattito. Da ignorante quale sono io invece penso che, se si risolvesse il problema delle due camere l’uso smisurato dei decreti sarebbe risolto.

Poi è stata la volta di Elena Bonetti (Azione) Deputata, ha fatto un discorso, lungo, articolato ed esplicativo. Conclusione: appoggio pieno alla proposta.

Poi è toccato ad Andrea De Priamo (FdI) Senatore. Un intervento anomalo. Ha confermato in pieno le motivazioni, ha confermato l’interesse alla riforma, però ha concluso che così com’è non la approverebbero.

Ha chiuso la prima parte Carla Bassu (Ord. Diritto Pubblico Un. Sassari), che ha approfondito ancora meglio l’argomento, ha confermato quanto detto da Clementi e anche lei ha detto la legge è scritta bene.

Voglio tornare a quanto detto dal Senatore di FdI. In pratica ha posto un problema di garanzie ( non ci sono più i fascisti di una volta) che una sola camera non consentirebbe. Di questo ne hanno parlato anche altri, soprattutto chi ha proposto una camera di rappresentanza delle Regioni.

Sempre nella mia totale ignoranza, espongo un paio di pensieri. I paesi che hanno una camera con questi presupposti non sono come noi, sono confederazioni. Non sono regioni, sono veri stati. Poi, qualcuno ha detto che dovremmo prendere ad esempio gli altri stati. Io dico di no. Il mondo va avanti, questi stati hanno questa conformazione da 80 anni (minimo) e non è detto che le loro istituzioni corrispondano a pieno ai bisogni attuali. Certo sono migliori delle nostre, ma questo non è difficile. Poi voglio aggiungere un’altra cosa. Sarebbe ora che noi pensassimo seriamente a costruire il paese Europa, altro che regioni.

Ultima cosa e qui sempre da ignorante mi permetto di dare un consiglio a Luigi Marattin. Non farti portare fuori strada. Questa legge può funzionare e può vincere se approvata così com’è. Se cominciamo a dire che anzi che unire le camere cambiamo i presupposti di una, quindi riportandola alla struttura precedente, quindi prevedendo più spesa e quant’altro, è la fine. I movimenti populisti anti-italia convincerebbero la parte più debole del paese a votare contro.

6 thoughts on “PARLIAMO DI GUARIRE L’ITALIA”

  1. la posizione del senatore di FdI denota la solita cecita’ politica di contrastare a prescindere quelle che non viene dalle proprie sacche. Cosa che poi, in un paese in continua campagna elettorale, ha portato all’immobilismo e alla peggior crescita nel mondo di questo Paese. Sempre e solo distruggere quello che ha fatto chi c’rera prima solo per posizione ideologica. Vedi ad esempio il piano Italia Sicura, ma potrei citarne a bizzeffe…speriamo bene

    1. Esatto, ho avuto la stessa sensazione, oltretutto si vedeva che si arrampicava sugli specchi, perché in realtà se non avesse chiuso dicendo: noi non la voteremo, non era nemmeno chiaro che posizione avesse.

  2. Perfettamente d’accordo. Ma mi permetto un po’ di pessimismo. Le cose semplici e buone non si fanno. E per loro la gente ai referendum non ci va

  3. Per quale motivo, in una democrazia non rappresentativa e con sistema partitico parassitario e alla ricerca di un consenso effimero e fine a se stesso, il corpo politico e istituzionale dovrebbe cambiare qualcosa ?

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