La politica italiana attuale sembra essere un vero e proprio vaso di Pandora: ogni apertura, ogni mossa politica, libera nuove contraddizioni, alleanze inaspettate e fratture ideologiche. In questo contesto fluido e spesso contraddittorio, colpisce il cambio di rotta di Italia Viva, il partito fondato da Matteo Renzi, nato come forza centrista e riformista, teoricamente equidistante da destra e sinistra.
L’idea iniziale era costruire un “terzo polo” autonomo, liberale e pragmatico, capace di attrarre chi non si riconosceva né nel populismo del M5S né nel sovranismo della destra, ma nemmeno nella sinistra classica. Tuttavia, il fallimento elettorale del progetto di Calenda-Renzi e la crescente irrilevanza politica hanno spinto Italia Viva a riconsiderare le proprie strategie.
Così, oggi si apre alla possibilità di un’alleanza con Giuseppe Conte, Elly Schlein e Nicola Fratoianni — esponenti di un campo progressista ben diverso, con visioni spesso distanti da quelle originarie di Renzi, soprattutto in economia e politica estera.
In questo scenario, l’unico a non mollare davvero il progetto terzopolista è stato Luigi Marattin, insieme ad altri, con la nascita del Partito Liberal Democratico. Non sappiamo se questo nuovo progetto decollerà, ma è sicuramente apprezzabile l’impegno, la coerenza e la volontà di dare voce a un’area politica oggi quasi dimenticata: quella liberal-democratica, riformista, europeista, convintamente alternativa tanto ai populismi quanto agli estremismi.
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