Come è andato il vertice USA-Iran a Roma ?

Ieri si è svolto a Roma un importante vertice tra Stati Uniti e Iran, incentrato sul tema delicato del programma nucleare iraniano. L’incontro, ospitato dall’Italia e con il supporto dell’Oman, è durato circa quattro ore e ha visto le due delegazioni confrontarsi in un clima definito da entrambe le parti come “costruttivo”.

A rappresentare gli Stati Uniti c’era Steve Witkoff, mentre per l’Iran era presente il ministro Abbas Araghchi. L’obiettivo dell’incontro era trovare una via diplomatica per garantire che l’Iran utilizzi l’energia nucleare solo a scopi civili, evitando però il rischio che possa essere impiegata a fini militari. In cambio, Teheran chiede la rimozione delle sanzioni economiche che pesano sul Paese da anni.

Nonostante alcuni segnali positivi, le differenze restano ancora forti. Gli Stati Uniti chiedono che l’Iran sospenda totalmente l’arricchimento dell’uranio, ma l’Iran rivendica il diritto di farlo per motivi pacifici, come previsto dal Trattato di non proliferazione nucleare. Il consigliere iraniano Shamkhani è stato molto chiaro: “Non siamo venuti a Roma per arrenderci, ma per dialogare con rispetto.”

Il presidente americano Donald Trump ha dato 60 giorni di tempo per ottenere risultati concreti. In caso contrario, ha minacciato possibili conseguenze, anche sul piano militare. Israele segue da vicino l’evoluzione del negoziato e ha già fatto sapere di avere piani pronti nel caso il dialogo dovesse fallire.

L’Italia ha avuto un ruolo centrale nel facilitare questo primo confronto diretto dopo mesi di tensioni. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso soddisfazione per l’iniziativa, auspicando che Roma possa diventare una capitale del dialogo e della diplomazia nel Mediterraneo.

Il prossimo incontro è previsto per sabato. Intanto, le delegazioni hanno deciso di affidare ad esperti tecnici il compito di analizzare i dettagli più delicati, nella speranza di avvicinarsi a un accordo.

Nonostante le difficoltà, è positivo che le parti abbiano scelto di incontrarsi e parlarsi faccia a faccia. In un periodo così fragile per la pace internazionale, anche solo aprire un canale di comunicazione è un passo nella giusta direzione.

Spero davvero che si arrivi a un’intesa. Ne abbiamo tutti bisogno, per evitare nuovi conflitti e portare un po’ di stabilità in Medio Oriente e nel mondo intero.

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